lunedì 15 giugno 2015

L'Umberto furioso

Umberto Eco: «I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Di solito venivano subito messi a tacere, ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel».

Mamma mia, com'è incazzato Eco.
C'entrerà qualcosa il fatto che in Rete ha tenuto banco l'ipotesi piuttosto fondata che alcune parti del suo recente romanzo "Numero zero" debbano qualcosa (o forse più di qualcosa) a Wikipedia?

5 commenti:

  1. Non amo particolarmente chi in maniera così netta sputa sulla rete... ma in parte Eco ha ragione, la rete ha creato anche tanti eroi da tastiera, quelli che scrivono e parlano solamente perché si nascondo dietro un pc... su fb capita di leggere commenti che fanno venire i brividi, la discussione è davvero difficile in rete ormai

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  2. Eco è un borioso arrogante che fa il saccentone, su questo non ci piove; ma guarda tutte le immense quantità di puttanate che vengono pubblicate su web - e che prima dell'era di Internet davvero rimanevano confinate all'ambito delle chiacchiere da bar - e dimmi se riesci a dargli torto in questo specifico caso. Non sono mica solo i "radical chic" come lui a pensare che su Internet le cose davvero serie e intelligenti finiscano per perdersi senza speranza in mezzo a un mare di ciance da bar webbizzate.

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  3. Non conosco il suo ultimo romanzo, diciamo che Eco non mi è simpatico, sono ferma a Il nome della rosa, ma questa volta concordo con lui, ma allargando anche alle trasmissioni televisive sature di soggetti che aprono bocca senza controllare se hanno la lingua collegata al cervello.
    Non sono la sola, mi consola la dichiarazione del costituzionalista Stefano Rodotà : “Eco ha ragione, ma sono utili a rivelare altri problemi”.
    Buona giornata Dalle ;-))
    Tina

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  4. @Ernest: "don't feed the troll" è una regola istituita da che è nato Internet
    @Zorfik: è come quando vai a funghi, bisogna saper cercare e scegliere solo quelli buoni
    @Tina: anch'io sono ferma a "Il nome della rosa", però ritengo che tutti abbiano il diritto di dire la loro, come vogliono; sta a chi ascolta decidere se dicono cose sensate

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    Risposte
    1. Il problema è che molte persone non hanno gli strumenti (leggi l'istruzione) per capire quali sono le cose sensate o meno. Purtroppo che legioni di imbecilli che ad esempio si schierano contro i vaccini scrivendo tonnellate di scempiaggini in rete, riescono ad avere sufficiente seguito da danneggiare il lavoro di scienziati che hanno studiato e lavorato tutta la vita per migliorare le condizioni di vita dell'umanità.

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