lunedì 8 luglio 2013

Burocratese

C'era una volta il comma 4 dell’art. 11 (”Rapporti con il pubblico”) del Codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni, emanato con Decreto della Presidenza del Consiglio, Dipartimento della Funzione pubblica del 28 novembre 2000, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 10 aprile 2001.
Questo comma prevedeva l’obbligo per i dipendenti pubblici di adottare un linguaggio “chiaro e comprensibile".
Ciò non risulta essere (quasi) mai stato fatto dai dipendenti pubblici, alla facciazza della Legge, ma d'ora in poi sarà peggio: l'obbligo di parlar chiaro è stato abolito, e il burocratese regnerà sovrano.

La prima regola del burocratese è di non usare mai una sola parola quando al suo posto se ne possono usare almeno due, e meno chiare: non decisioni dunque ma "processi decisionali", i documenti sono "supporto documentale", le azioni "il compimento di attività", il biglietto è "il titolo di viaggio". La seconda regola è mai seguire una strada dritta e breve quando se ne possono seguire almeno quattro storte e lunghe: "La norma suesposta è preordinata al fine di evitare la eccessiva incidenza della pendenza dei procedimenti amministrativi sulla esplicabilità delle posizioni di vantaggio degli amministrati".

Un piccolo aiuto viene da Zanichelli che ha messo on-line un dizionario burocratese-italiano (con le fonti da cui sono tratti i termini burocratici) e dall'hashtag #dillopiufacile.

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